Un conto estero anonimo

Aprire un conto estero anonimo è possibile e in alcuni casi è lecito. In altri casi è vietato dalla legge e comporta il rischio di perdere il capitale.

Aprire un conto estero anonimo può essere lecito

Chi vuole aprire un conto estero anonimo è spinto di solito dal desiderio di mantenere segreta l’esistenza del conto corrente. Per capire se questo tipo di operazione sia lecita bisogna fare chiarezza su chi si vuole tenere all’oscuro dell’esistenza del conto corrente. A seconda del soggetto che si vuole tenere all’oscuro dell’esistenza del c/c l’apertura del conto può essere lecita o meno.

La segretezza del conto corrente verso i privati

La segretezza del conto corrente può essere verso i privati. In questo caso aprire un conto estero anonimo è ammissibile, lecito e possibile. Paesi come la Svizzera, il Lussemburgo, le Isole Cayman, Panama e Hong Kong sono dotati di una legislazione che tutela ampiamente il segreto bancario. Pur essendo un’attività in sé lecita, l’apertura di un conto estero anonimo non deve diventare l’occasione per gli imprenditori con problemi finanziari di nascondere denaro con il quale dovrebbero pagare i creditori.

La segretezza del conto corrente verso lo Stato

È illecito da parte di chi abbia la residenza fiscale in Italia tenere lo Stato italiano all’oscuro dell’esistenza di un conto corrente all’estero che contenga un importo superiore ai 5.000 euro. Nel caso il conto estero, anche se anonimo, superi la consistenza media di 5.000 euro bisogna darne notizia nel quadro RW della dichiarazione dei redditi. Dunque aprire un conto estero anonimo nei confronti dello Stato è quasi impossibile, a meno che non si decida di violare la legge.

La segretezza nei Paesi che aderiscono allo standard OCSE

Grazie all’attività dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) è stato creato uno standard globale per lo scambio automatico di informazioni fra Stati. Ogni anno gli Stati che aderiscono a questo accordo scambiano fra di loro le informazioni fornite dagli istituti di credito. In questo modo può emergere l’esistenza di conti esteri. Aprire un conto estero anonimo nei confronti della pubblica amministrazione italiana è molto rischioso se ci si rivolge a un Paese che ha aderito allo standard OCSE.

La segretezza nei Paesi non collaborativi

Ci sono Paesi come il Libano, la Nuova Caledonia, le Isole Cook, il Brunei, l’Oman e altri che hanno deciso di non collaborare con l’OCSE. Rivolgendosi agli istituti finanziari di questi Paesi c’è la possibilità di aprire un conto estero anonimo senza essere scoperti dalle autorità di sorveglianza italiane. Si tratta però di Stati insicuri dal punto di vista finanziario e politico. La segretezza del conto verrebbe pagata con il rischio di perdere il capitale in seguito a problemi finanziari o politici.

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