Dai premi agli sponsor: tutto il ‘business’ di Wimbledon
Wimbledon è il torneo più antico nel panorama del tennis internazionale ed uno dei più prestigiosi in assoluto. È lo Slam che segue l’Australian Open e il Roland Garros e precede gli US Open: trionfando in tutti e quattro i tornei nell’anno solare, un atleta conquista il titolo del Grande Slam, il traguardo più ambito. Wimbledon è l’unico Slam ad essere giocato sull’erba e la prima edizione risale addirittura al 1874, legando l’origine del torneo alle origini stesse del tennis. Nell’edizione 2024 si contendono il titolo tutti i grandi nomi del tennis internazionale, inclusi diversi nomi italiani.
Nel panorama maschile l’elemento di punta è senza dubbio Jannik Sinner, l’altoatesino diventato numero uno al mondo e che punta al trionfo finale dopo il successo agli Australian Open. Nel tabellone femminile l’astro nascente è Jasmine Paolini: la 28enne è in realtà da tempo nel circuito del tennis internazionale ma solo di recente è riuscita ad imporsi a grande livello, sia nel singolare che nel doppio (in coppia con Sara Errani).
Tornando però al torneo vero e proprio, per analizzare quello che è il business di Wimbledon è impossibile non partire dal montepremi finale. L’edizione 2024 è infatti la più ricca di sempre: sono 60 i milioni complessivi messi in palio dall’organizzazione, con un aumento pari ad oltre 10 milioni rispetto a quanto previsto lo scorso anno.
La vittoria finale, tanto per il tabellone femminile quanto per quello maschile, conferisce all’atleta oltre 3 milioni di euro, il solo raggiungimento della finale vale invece poco oltre il milione e mezzo. Rispetto ad altri grandi tornei in cui l’uscita al primo turno può rappresentare, di fatto, un ritorno economico nullo, è ben diverso il caso di Wimbledon, dove vale oltre 70mila euro. L’uscita al secondo turno prevede un premio in denaro pari a 109mila euro con gli ottavi di finale si arriva a superare abbondantemente i 200mila euro.
Superato il discorso legato al montepremi, Wimbledon ha un impatto rilevante anche su attività diverse, dalle scommesse sportive live o pre-match fino alle sponsorizzazioni. Sono infatti sempre più numerosi i brand disposti ad offrire cifre da capogiro per essere accostati ad uno dei più celebri tornei al mondo.
La collaborazione più lunga è senza dubbio quella con Slazenger, il marchio britannico di attrezzature sportive che fornisce le iconiche palline gialle da oltre cento anni. Molto fortunata è anche la partnership con Rolex, che vanta il record di essere l’unico sponsor il cui marchio è visibile dai terreni di gioco: la collaborazione prosegue da più di 45 anni, essendo iniziata nel lontano 1978.
Guardando invece alle divise vere e proprie, gli appassionati conoscono il rigido dress code di Wimbledon e le rarissime eccezioni consentite. Fino al 2006 era l’organizzazione del torneo a produrre in maniera indipendente le divise, da quell’anno ha ceduto i diritti a Polo Ralph Lauren, dando avvio ad una fruttuosa collaborazione che procede ancora oggi. Non manca l’Italia tra le tante collaborazioni di Wimbledon: il riferimento va a Lavazza, con una partnership firmata nel 2011 e in vigore fino ad almeno il 2025, con possibilità di ulteriori rinnovi.