Bancarotta fraudolenta: cosa è previsto dalla legge

L’illecito chiamato bancarotta fraudolenta appartiene ai reati di tipo fallimentare. Solitamente, questo viene commesso quando l’imprenditore, ritrovandosi in difficoltà economiche oggettive, diventa insolvente e ciò sfocia nella procedura di liquidazione giudiziale, ovvero il “vecchio” fallimento sancito dalla sentenza del Tribunale.

In alcuni casi, chi compie il reato di bancarotta fraudolenta potrà essere indagato dalla Procura. Il fine di questo procedimento è quello di salvaguardare del patrimonio dell’impresa e di distribuirlo in maniera equa tra i creditori. In una situazione di crisi, infatti, capita spesso che le obbligazioni non vengano pagate.

Purtroppo, il reato di bancarotta fraudolenta viene commesso sempre più spesso in seguito alla complessità dello scenario economico: ecco perché, se si hanno difficoltà nel gestire la propria attività imprenditoriale, è bene cercare sempre di prevenire un’eventuale situazione di crisi che può comportare gravi conseguenze penali.

Che cos’è la bancarotta e quali tipologie esistono

Il reato di bancarotta fraudolenta è disciplinato dall’art. 216 della Legge Fallimentare 322 del Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza e indica quali sono le condotte punibili dell’imprenditore prima o dopo l’apertura della liquidazione giudiziale. Tra queste, ad esempio, ci sono l’occultazione o la dissipazione dei beni con l’obiettivo di arrecare danno ai creditori, oppure la realizzazione di un profitto ingiusto e la sottrazione dei libri e scritture contabili per evitare la procedura di ricostruzione del patrimonio.

La bancarotta fraudolenta viene poi distinta in tre tipologie: quella patrimoniale, quella documentale e quella preferenziale che si verifica quando l’imprenditore assume dei comportamenti in favore di alcuni creditori piuttosto che altri.

Tuttavia, l’imprenditore non è l’unico soggetto a commettere il reato di bancarotta fraudolenta e, infatti, anche altri soggetti possono essere ritenuti colpevoli.

Secondo l’art. 223 della Legge Fallimentare 329 anche gli amministratori, i direttori e i liquidatori delle società fallite possono essere condannati per bancarotta fraudolenta se hanno commesso degli illeciti previsti dalla normativa. In questo caso, però, il reato viene definito come bancarotta impropria.

In tutti i casi, si tratta di comportamenti perseguibili penalmente e, quindi, per difendersi è necessario affidarsi a un avvocato penalista. Sul sito https://avvocatomattiafontana.com/ si possono consultare interessanti articoli relativi ai reati fallimentari e richiedere una consulenza se ci si ritrova alle prese con questi problemi.

Pene previste per il reato di bancarotta fraudolenta

La bancarotta fraudolenta è un reato che prevede una condizione di dolo, ovvero la volontà di assumere un comportamento che sia lesivo nei confronti degli altri soggetti per trarne u vantaggio personale. Nel caso di bancarotta di tipo patrimoniale o documentale la pena prevista è la reclusione dai 3 ai 10 anni, mentre la pena si riduce da 1 a 5 anni in caso di bancarotta preferenziale. Tuttavia, a queste si possono aggiungere pene aggiuntive relative ad altri reati che sono stati commessi.

Ci sono poi condizioni aggravanti, che quindi causano un inasprimento della pena e   attenuanti che, al contrario, consentono una riduzione delle stessa. Se il reato è ritenuto grave, la pena viene aumentata della metà prevista e ciò è valido anche nel caso in cui sono stati commessi più illeciti previsti dalla normativa (ad esempio, bancarotta patrimoniale e preferenziale). Nel caso in cui l’illecito non abbia provocato danni ingenti, si può ottenere una riduzione della pena pari a un terzo di quella prevista.

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