Requisiti Igienico sanitari nelle Abitazioni: Una Guida Essenziale

Quando si ristruttura casa, spesso ci si concentra sull’estetica e sulla funzionalità, trascurando un aspetto fondamentale: il rispetto dei requisiti igienico sanitari. Parliamo di tutte le disposizioni in merito a dimensione minima dei locali, altezze, aerazione, etc. che, ben lontani dall’essere semplici dettagli burocratici, sono essenziali per garantire ambienti salubri. Le leggi che regolamentano questi requisiti in Italia son due: il Decreto Ministeriale Sanità del 5 luglio 1975 e le Istruzioni Ministeriali del 20 giugno 1896. In realtà il primo ha sostituito quasi interamente le seconde e stabilisce criteri precisi su dimensioni, ventilazione e illuminazione degli ambienti; le seconde invece sono state il primo testo unico in materia e ad oggi contengono ancora alcune indicazioni da seguire, sebbene secondarie.

Nei prossimi capitoli ci concentreremo sui requisiti igienico sanitari definiti da queste leggi (in particolare il decreto sanità) e vedremo anche quali sono gli errori che potrebbero comportare il non rispetto di tali normative, e da evitare quando si ristruttura. L’obiettivo? Fornire una guida chiara e completa per chiunque desideri rinnovare la propria casa nel pieno rispetto della legge.

Il Decreto Sanità del 1975

Il DM 5 luglio 1975, nonostante i quasi 50 anni di vita, è ancora la pietra angolare nella regolamentazione dei requisiti igienico sanitari delle abitazioni in Italia. Questo decreto ha introdotto criteri precisi riguardo alle dimensioni minime delle stanze, alla ventilazione, all’illuminazione e ad altri aspetti fondamentali delle abitazioni. La legge stabilisce, ad esempio, che ogni stanza debba avere una dimensione minima per garantire una vivibilità adeguata e che ci debba essere una certa superficie di finestre rispetto alla superficie del pavimento, per assicurare una corretta illuminazione e ventilazione. Vediamo i principali requisiti.

Altezza Minima dei Locali

Il decreto stabilisce che l’altezza minima interna utile dei locali destinati ad abitazione deve essere di 2,70 metri. Tuttavia, per corridoi, disimpegni, bagni, gabinetti e ripostigli, questa altezza può essere ridotta a 2,40 metri. In comuni montani situati oltre i 1000 metri sul livello del mare, l’altezza può essere ulteriormente ridotta a 2,55 metri, tenendo conto delle specifiche condizioni climatiche e tipologie edilizie locali.

Superficie Abitabile e Dimensioni delle Stanze

Per ogni abitante, il decreto prevede una superficie abitabile non inferiore a 14 mq per i primi 4 abitanti e di 10 mq per ciascuno dei successivi. Le stanze da letto devono avere una superficie minima di 9 mq se destinate ad una persona e di 14 mq se per due persone. Ogni alloggio deve inoltre essere dotato di un soggiorno di almeno 14 mq. Le stanze da letto, il soggiorno e la cucina devono essere provvisti di finestra apribile.

Requisiti di Illuminazione e Ventilazione

Tutti i locali degli alloggi, ad eccezione di quelli destinati a servizi igienici, disimpegni, corridoi, vani scala e ripostigli, devono avere illuminazione naturale diretta. La superficie delle finestre deve essere proporzionata in modo da garantire un fattore di luce diurna medio non inferiore al 2%. Inoltre, la superficie finestrata apribile non deve essere inferiore a 1/8 della superficie del pavimento.

Riscaldamento e Temperatura

Gli alloggi devono essere dotati di impianti di riscaldamento, soprattutto nelle zone dove le condizioni climatiche lo richiedono. La temperatura interna deve essere compresa tra i 18°C e i 20°C in tutti gli ambienti abitati e nei servizi, escludendo i ripostigli.

Ventilazione e Aspirazione

In caso di impossibilità di garantire una ventilazione naturale, è necessario ricorrere alla ventilazione meccanica centralizzata. È fondamentale assicurare l’aspirazione di fumi, vapori ed esalazioni nei punti di produzione, come cucine e bagni. La stanza da bagno deve avere un’apertura esterna o un impianto di aspirazione meccanica. L’installazione di apparecchi a fiamma libera è proibita in bagni senza apertura esterna.

Negli ambienti di soggiorno e nelle camere da letto non è accettata la ventilazione meccanica.

Materiali e Protezione Acustica

I materiali utilizzati per la costruzione degli alloggi e la loro messa in opera devono garantire una protezione acustica adeguata. Questo riguarda rumori da calpestio, traffico, impianti e suoni provenienti da alloggi contigui o spazi comuni.

In questo ambito bisogna fare riferimento al D.P.C.M. del 1997 che riporta in modo più dettagliato i requisiti acustici degli edifici

Adattamento alle Abitazioni

Il decreto, pur essendo stato redatto diversi decenni fa, rimane estremamente rilevante anche per le moderne abitazioni. Le case di oggi, infatti, devono ancora rispettare le norme igienico sanitarie stabilite dal DM 5 luglio 1975. Ciò significa che, indipendentemente dal design o dall’architettura, ogni abitazione deve garantire una certa quantità di luce naturale, una ventilazione adeguata e dimensioni minime per ogni stanza.

Di sicuro i Comuni possono prevedere alcune deroghe, spesso succede nei centri storici, quindi è sempre il caso di leggere i regolamenti edilizi. C’è da evidenziare però che queste deroghe dovrebbero essere più restrittive e non più ampie rispetto alle disposizioni di legge.

Le Norme Igieniche dell’800

Abbiamo detto che il DM 5 luglio 1975 ha introdotto modifiche significative alle precedenti “Istruzioni Ministeriali del 20 giugno 1896” (senza abrogarlo integralmente), che erano state la principale fonte di riferimento per oltre 80 anni.

Le Istruzioni del 1896 stabilivano criteri fondamentali per l’abitabilità, come l’illuminazione e la ventilazione dei locali (con parametri diversi dal decreto sanità), e ponevano l’accento sull’importanza dell’igiene nelle abitazioni.

Con l’avvento del DM 1975, molte delle disposizioni delle Istruzioni del 1896 sono state abrogate o aggiornate, introducendo nuovi standard e requisiti più dettagliati, come l’altezza minima dei locali, le superfici aeroilluminanti e le dimensioni minime delle stanze. Tuttavia, oltre ai principi fondamentali delle Istruzioni del 1896, come l’importanza dell’igiene e della salubrità delle abitazioni, sono rimasti in vigore alcune disposizioni. La più importante è la necessità di dotare i bagni di un antibagno, se affaccia su locali di soggiorno.

Errori Comuni legati ai requisiti igienico sanitari da evitare Durante la Ristrutturazione

Spesso durante una ristrutturazione, per mancanza di informazione o per scelte affrettate, si commettono errori che possono compromettere la conformità dell’abitazione alle norme igienico sanitarie. Questo avviene soprattutto quando si realizzano modifiche alla distribuzione interna dei locali senza affidarsi ad un progettista abilitato (cosa che tra l’altro è obbligatoria per legge). Il problema non è solo avere una casa che non rispetta i requisiti igienico sanitari, ma anche che non può ottenere l’agibilità.

Vediamo un paio di errori frequenti.

La dimensione dei Locali

Uno degli interventi più frequenti durante la ristrutturazione è la modifica delle dimensioni originali dei locali. Abbiamo visto quali sono le dimensioni minime da rispettare per ogni tipologia di ambiente. Ma non dobbiamo considerare solo la superficie, anche le altezze devono essere rispettate: spesso vengono realizzati soppalchi che creano spazi troppo bassi al di sotto.

La aero-illuminazione

La superficie delle finestre è un parametro fondamentale per garantire una corretta illuminazione e ventilazione dei locali. Abbiamo visto che il parametro di base da rispettare è che le finestre devono avere una superficie di 1/8 della superficie delle stanze (con alcune differenziazioni). Trascurare questo aspetto, magari murando una finestra esistente o riducendone le dimensioni, può portare a una carenza di luce naturale e a problemi di ventilazione.

Conclusione

Ristrutturare non è un mero esercizio di stile o un capriccio estetico; è una danza tra passato e futuro, tra ciò che era e ciò che potrebbe essere. Ogni decisione presa, ogni muro abbattuto o eretto, racconta una storia e riflette una visione. Ma come in ogni danza, ci sono regole da seguire tra queste regole le normative igienico sanitarie rivestono un ruolo centrale.

Queste norme sono spesso ignorate e sottovalutate dai proprietari di casa, ma sono il frutto di secoli di esperienze, studi e tragiche lezioni apprese. Basti pensare alle Istruzioni Ministeriali del 1896: erano una risposta alle condizioni di vita spesso insalubri dell’epoca, un tentativo di elevare gli standard di vita attraverso la regolamentazione. E il DM 5 luglio 1975? È un riconoscimento che, con l’evoluzione della società e della tecnologia, anche le nostre case devono evolversi.

Quindi, quando ci si imbatte in una norma che sembra restrittiva o incomprensibile, vale la pena fermarsi un momento e riflettere sul “perché” dietro quella regola. Forse nasconde una storia, un incidente evitato o una vita migliorata.

In questo viaggio di ristrutturazione, è essenziale non solo guardare all’aspetto estetico, ma anche comprendere e rispettare l’essenza e la saggezza insite nelle normative. Perché alla fine, una casa non è solo un luogo in cui vivere, ma un luogo in cui crescere, sognare e prosperare in sicurezza e armonia.

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