Ascensori per disabili: dimensioni e caratteristiche
Le barriere architettoniche possono essere osservate in edifici di ogni tipo: grandi e piccoli, pubblici o privati, di costruzione relativamente recente o in là con gli anni. Le persone con disabilità fisiche sono impossibilitate a superare i dislivelli in presenza di tali barriere: chi si muove su una carrozzina non può certo affrontare su una rampa di scale, ma non mancano le difficoltà anche da parte di anziani, donne incinte e persone afflitte da patologie o infortuni.
La legge italiana parla chiaro in merito alle barriere architettoniche, stabilendo che per gli edifici dotati di più di tre piani fuori terra c’è l’obbligo di installare ascensori per disabili che permettano a chi ne ha bisogno di non vedersi più limitato o impedito nelle capacità di movimento.
Per i progettisti e le ditte che si occupano della messa a punto di tali impianti esistono linee guida che specificano le dimensioni e le caratteristiche tecniche necessarie a rendere l’impianto fruibile dalle persone in carrozzina. Per quanto riguarda nello specifico le nuove costruzioni, viene fatta una distinzione in base alla destinazione d’uso dell’edificio:
- Contesti residenziali: cabine profonde almeno 130 cm e larghe almeno 95 cm, con luce (apertura) della porta di almeno 80 cm e spazio di manovra antistante l’ingresso all’ascensore di 150 x 150 cm;
- Contesti non residenziali: cabine profonde almeno 140 cm e larghe almeno 110 cm, con luce (apertura) della porta e spazio di manovra antistante l’ingresso simili al caso precedente.
Quando invece si parla di ristrutturazioni e adeguamenti di edifici già esistenti, in cui non di rado gli spazi sono ridotti al minimo, la vigente legislazione ammette la costruzione di impianti elevatori di dimensioni leggermente più piccole. In questo caso di parla di una profondità di almeno 120 cm per 80 di larghezza, con una luce della porta di almeno 75 cm e un antistante spazio di manovra di minimo 140 x 140 cm.