I misteri di Villa Manzoni sulla Cassia

Se nel giorno di Halloween a Roma volete fare la vostra bella figura durante una festa, allora c’è una storia che potreste raccontare, e state certi che in molti si incuriosiranno tantissimo e letteralmente rabbrividiranno.

È la storia di Villa Manzoni, al chilometro 8 della via Cassia in zona Tomba di Nerone, oggi sede dell’Ambasciata della Repubblica del Kazakistan. Intorno a questo edificio di origini antiche e ai suoi 9 ettari di parco gravitano misteri e leggende, voci e fatti di cronaca. Bufale e verità si incrociano dando a Villa Manzoni un aspetto sinistro, noto solo a chi da molti anni vive quel quartiere e magari da ragazzino si è intrufolato nella villa di notte, per curiosità o per provare il proprio coraggio agli amici.

Storia di Villa Manzoni

La storia di Villa Manzoni inizia 161 anni dopo la nascita di Cristo, quando il fratello adottivo di Marco Aurelio, l’allora imperatore Lucio Vero, costruì in quella zona la sua dimora. E qui si manifesta il primo aspetto sinistro della faccenda: la villa dell’illustre romano venne eretta sopra un cimitero etrusco. E si sa, disturbare i morti che riposano da secoli non è mai una buona idea.

Molto tempo dopo, ecco che alcuni discendenti del celebre scrittore Alessandro Manzoni si innamorarono di ciò che rimaneva della villa e nel 1925 decisero di ricostruirla, affidando il progetto alla “archistar” del momento: Armando Brasini. E qui ecco il secondo indizio sinistro: Brasini è stato sempre considerato un architetto “maledetto”, perché amava inserire nei suoi edifici segni riconducibili all’esoterismo. Dopo la guerra la villa diventò un ristorante, finché nel 1953 la acquistò l’ex Inpdai (Istituto Nazionale Previdenza Dirigenti Aziendali Industriali), lasciandola a sé stessa. L’abbandono fece sì che al suo interno succedesse di tutto: sacrifici di animali (sono stati trovati cadaveri di gatti e cani), luogo di ritrovo per tossicodipendenti e vandali. Ci si impiccò addirittura un frate. Nel 1960 ci girarono il film “Noi Duri”, con Totò e Fred Buscaglione. Ebbene, una settimana dopo Buscaglione ebbe un incidente e morì.

L’oblio si rimpossessò di Villa Manzoni per tanti altri decenni: ai vostri amici raccontate dei cunicoli sotterranei, dai quali la notte si elevavano urla disperate e rumori di passi. Raccontate delle scritte inneggianti a Lucifero, delle croci rovesciate, del triplo 6 inciso a caratteri di sangue. Oggi – e ormai dal 2007 – in quella villa vive l’ambasciatore kazako. Vivrà tranquillo?

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